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Avvelenamenti nei piccoli animali: cause, sintomi e terapie


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Gli avvelenamenti rappresentano una delle più comuni emergenze in medicina veterinaria dei piccoli animali. Molti agenti tossici sono reperibili in ambiente domestico e spesso vengono ingeriti accidentalmente da cani e gatti. La gravità del quadro clinico dipende da fattori come il tipo di tossico, la quantità ingerita, la specie, l’età e le condizioni generali dell’animale.

1. Cioccolato

Il cioccolato contiene metilxantine (teobromina e caffeina), molecole con attività stimolante sul sistema nervoso centrale e cardiovascolare.

  • Dose tossica: nel cane varia da 100 a 200 mg/kg di teobromina; il cioccolato fondente e quello da pasticceria sono i più pericolosi.

  • Sintomi clinici: agitazione, tremori, poliuria, tachicardia, aritmie, vomito, diarrea, ipertermia; nei casi gravi convulsioni e morte.

  • Terapia: induzione dell’emesi entro 2 ore dall’ingestione (se l’animale è cosciente e non ci sono controindicazioni), lavanda gastrica, somministrazione di carbone attivo ripetuto, fluidoterapia endovenosa, controllo della frequenza cardiaca (beta-bloccanti) e dei sintomi neurologici (benzodiazepine).

 

2. Xilitolo

È un dolcificante naturale presente in caramelle, gomme da masticare, prodotti da forno e dietetici. Nei cani provoca una massiccia liberazione di insulina con conseguente ipoglicemia e, a dosaggi più elevati, necrosi epatica acuta.

  • Sintomi clinici: debolezza, atassia, vomito, tremori, convulsioni; successivamente ittero, coagulopatie ed encefalopatia epatica.

  • Terapia: monitoraggio della glicemia, somministrazione endovenosa di glucosio a infusione continua, epatoprotettori, fluidoterapia intensiva. Prognosi riservata nei casi complicati da danno epatico.

 

3. Farmaci ad uso umano

L’autosomministrazione di farmaci da parte del proprietario è una delle principali cause di avvelenamento.

  • Paracetamolo: particolarmente tossico nei gatti, che non possiedono le vie metaboliche per coniugarlo. Determina metemoglobinemia e necrosi epatica centrolobulare.

  • FANS (ibuprofene, aspirina, naprossene): causano ulcerazioni gastrointestinali, insufficienza renale acuta e alterazioni della coagulazione.

  • Sintomi clinici: vomito ematico, abbattimento, mucose pallide o cianotiche, anoressia, poliuria/polidipsia, dolore addominale.

  • Terapia: induzione del vomito se indicato, carbone attivo, fluidoterapia endovenosa aggressiva, gastroprotettori, antiemetici, acetilcisteina come antidoto specifico nel caso di intossicazione da paracetamolo.

 

4. Rodenticidi

Anticoagulanti cumarinici (warfarin, bromadiolone, brodifacoum)

  • Meccanismo d’azione: inibiscono la vitamina K e la sintesi dei fattori della coagulazione II, VII, IX e X.

  • Sintomi: emorragie spontanee (epistassi, ematomi sottocutanei, emorragie interne), pallore delle mucose, dispnea da emotorace o emoperitoneo.

  • Terapia: antidoto specifico con vitamina K1 per via orale o sottocutanea, per un periodo di 3-6 settimane.

Rodenticidi neurotossici (alfa-cloralosio, stricnina)

  • Sintomi: convulsioni, iperestesia, rigidità muscolare.

  • Terapia: sedativi (diazepam, barbiturici), fluidoterapia, controllo della temperatura corporea.

 

5. Piretroidi e permetrine

Molti prodotti antiparassitari per cani contengono piretroidi che sono altamente tossici per i gatti, incapaci di metabolizzarli correttamente.

  • Sintomi clinici: ipersalivazione, tremori, convulsioni, ipertermia, midriasi.

  • Terapia: lavaggio cutaneo immediato con shampoo delicato, sedazione con benzodiazepine o metocarbamolo, supporto intensivo con fluidi e controllo della temperatura.

 

6. Piante tossiche

  • Lilium spp. (giglio): causa insufficienza renale acuta fatale nei gatti.

  • Nerium oleander (oleandro): contiene glicosidi cardiotossici simili alla digitale.

  • Ciclamino, azalea, poinsettia: provocano sintomi gastrointestinali, neurologici o cardiaci.

  • Terapia: decontaminazione (emesi, carbone attivo), fluidoterapia, terapie sintomatiche specifiche a seconda della tossina.

 

Gestione clinica del sospetto avvelenamento

  • Anamnesi accurata: identificare tossico, quantità, tempo di ingestione.

  • Stabilizzazione del paziente: vie aeree, respirazione, circolo.

  • Decontaminazione: emesi, lavanda gastrica, carbone attivo, catartici se indicati.

  • Terapia sintomatica e di supporto: fluidoterapia, correzione di squilibri elettrolitici e acido-base, anticonvulsivanti, cardioprotettori.

  • Antidoti specifici: da somministrare tempestivamente quando disponibili.

 

Conclusioni

Gli avvelenamenti nei piccoli animali rappresentano un’emergenza che richiede diagnosi rapida e terapia mirata. La collaborazione del proprietario è fondamentale: portare con sé la confezione del prodotto ingerito e recarsi immediatamente dal veterinario aumenta le possibilità di successo terapeutico. La prevenzione rimane la strategia più efficace: custodire in modo sicuro alimenti, farmaci, sostanze chimiche e piante tossiche è il primo passo per proteggere cani e gatti.

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