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Viaggiare all’estero con cani e gatti


Con l’aumento della mobilità internazionale e del ruolo centrale dell’animale da compagnia nella vita quotidiana, è sempre più frequente che cani e gatti accompagnino i loro proprietari nei viaggi, anche all’estero. Tuttavia, la movimentazione transfrontaliera di animali è regolata da norme sanitarie precise, il cui obiettivo è prevenire la diffusione di malattie infettive, in particolare la rabbia, e tutelare la salute pubblica e animale.

1. Identificazione e passaporto: il primo requisito essenziale

Il microchip è obbligatorio per tutti i movimenti internazionali. Deve essere inserito prima della vaccinazione antirabbica, pena la nullità del vaccino ai fini normativi.

Il passaporto per animali da compagnia è un documento ufficiale rilasciato da veterinari autorizzati, secondo quanto previsto dal Regolamento UE 576/2013, e contiene:

  • Dati identificativi del proprietario e dell’animale

  • Numero del microchip e data di inserimento

  • Registrazione delle vaccinazioni (in particolare antirabbica)

  • Eventuali trattamenti antiparassitari o esami sierologici

Il passaporto è valido in tutta l’Unione Europea e in alcuni paesi terzi che ne accettano il formato (es. Svizzera, Norvegia, Islanda).

2. Vaccinazione antirabbica: obbligo legale e protezione sanitaria

Il vaccino contro la rabbia è obbligatorio per l’espatrio. Secondo le normative europee, il protocollo richiede che:

  • L’animale sia identificato con microchip prima della vaccinazione

  • La prima somministrazione venga eseguita non prima delle 12 settimane di età

  • Venga rispettato un periodo minimo di 21 giorni dopo la prima vaccinazione prima di poter viaggiare

  • Le rapplicazioni successive (booster) siano effettuate entro la data di scadenza riportata nel passaporto

Ogni paese può accettare o meno vaccini triennali, per cui è buona prassi verificare la validità riconosciuta dal paese di destinazione.

3. Movimentazione all’interno dell’Unione Europea: norme aggiuntive

Sebbene esista un’unione doganale, alcuni paesi dell’UE hanno mantenuto restrizioni sanitarie supplementari:

  • Regno Unito, Irlanda, Finlandia, Malta e Norvegia richiedono il trattamento contro Echinococcus multilocularis nei cani, da effettuarsi tra 24 e 120 ore prima dell’ingresso, e da certificare nel passaporto.

È altresì importante ricordare che, in base al numero di animali e allo scopo del viaggio, la movimentazione può rientrare nella categoria commerciale, soggetta a regole più severe (certificati sanitari TRACES, trasporto autorizzato, etc.).

4. Movimentazione verso paesi terzi: certificazioni e controlli

Per i viaggi fuori dall’UE, ogni paese stabilisce propri requisiti sanitari. In generale, possono essere richiesti:

  • Titolo anticorpale anti-rabbia (esame sierologico) con valore ≥ 0,5 UI/ml, effettuato presso laboratori autorizzati almeno 30 giorni dopo la vaccinazione e almeno 3 mesi prima dell’ingresso nel paese

  • Certificato sanitario internazionale redatto da un veterinario ufficiale (modelli diversi a seconda della destinazione)

  • Trattamenti antiparassitari specifici (ad esempio contro la Leishmania o per ectoparassiti)

  • Obblighi di quarantena all’arrivo in paesi come Giappone, Australia, Nuova Zelanda o alcune isole

 

5. Raccomandazioni veterinarie prima del viaggio

Come veterinario, consiglio di pianificare con largo anticipo la partenza. Ecco alcune misure da adottare:

  • Verificare lo stato vaccinale e la validità del passaporto

  • Eseguire eventuali esami richiesti (titolo anticorpale, test infettivi)

  • Rilasciare un certificato di buona salute, se richiesto dalla compagnia aerea o dal paese di destinazione

  • Aggiornare le profilassi antiparassitarie per endo- ed ectoparassiti

  • Informare il proprietario sui rischi sanitari locali (es. filariosi in zone tropicali)

 

Conclusioni

La gestione corretta della documentazione sanitaria e delle profilassi è un atto di responsabilità veterinaria e una tutela per il benessere dell’animale. Ogni viaggio richiede una valutazione personalizzata, anche in base all’età, allo stato di salute e alla destinazione.

Invito quindi i proprietari a consultare il proprio veterinario con almeno 1-2 mesi di anticipo, in modo da garantire una partenza sicura, legale e serena per tutti.

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